Brani composti per il gruppo di percussioni Blow Up.

Blow Up – Alessandra Ravera (2017)*
(realizzazione elettronica Gustavo Delgado)*

Silence = Death – Francesco Filidei (2013)*

Bounce extended – Michele Sanna (2017)*

Shots Symphony – Stefano Taglietti (2016)*

Brotherhood’s Journey – Paolo Marchettini (2013)**
1- Giochi
2- Soli
3- Ostinati
4- Ritorni


BLOW UP è un disco con musiche di compositori italiani che hanno stretto un sodalizio artistico con l’ensemble, componendo appositamente per Blow Up Percussion o modificando brani già in repertorio pensando alla performance come punto d’incontro tra l’idea compositiva e la fisicità del gesto percussivo.

Un’idea di ritmo e suono che esalti le caratteristiche di un gruppo di percussioni portato naturalmente ad avere nell’aspetto ritmico il suo fulcro, e che qui non viene trascurato, ma pensa anche alle molteplici possibilità timbriche date dalla sterminata gamma di strumenti che dispone un ensemble di percussioni: e allora vibrafoni, marimbe, tamburi, batterie, piatti, gong, crotali, timpani, si affiancano a oggetti di uso comune o materiali vivi come il legno, il metallo , la ceramica per avere una tavolozza di colori più ampia possibile.

Esaltando il gesto che procura il suono la teatralità è un altro degli aspetti ricercati nella performance, come dinamica e direzione del suono e preciso intento performativo.

L’altro aspetto è il rapporto con l’elettronica che utilizzata in alcuni pezzi, arricchisce l’aspetto primigenio e ancestrale della percussione fondendosi col suo suono e conducendolo verso prospettive altre.

Attraverso le opere di Filidei, Taglietti, Sanna, Ravera e Marchettini Blow Up Percussion vuole portare in scena un nuovo suono italiano del ritmo , che evidenzi un’incredibile modernità concettuale conservando un’innata predisposizione a sonorità e respiri mediterranei che lo rendono per questo unico.


BLOW UP
Alessandra Ravera

Il brano è dedicato ai BLOW UP, gruppo di amici percussionisti animati dalla passione e dall’entusiasmo nel dar vita alla musica di oggi.

Aspetto fondamentale del brano, e in generale del mio pensiero musicale è la teatralità del gesto musicale: utilizzo gli elementi timbrici in modo da creare una dialettica di tipo quasi teatrale, uno scenario dove la forma del pezzo diventa il luogo della drammatizzazione del suono.

Sarà il timbro dell’opera gong a condurci nel vivo del brano che, profondo nella prima parte, vitale e ritmico nella seconda, è giocato su cicli di ripetizioni. Ripetizioni che si autoalimentano e creano un percorso in cui gli elementi musicali si alternano, si sovrappongono e si trasformano l’uno nell’altro con ritorni in luoghi già visitati.

L’elettronica, dove è presente, oltre alla funzione costante di pedale sonoro in movimento, amplifica il percorso strumentale divenendone un’estensione, una sorta di ombra dei timbri usati dai quattro percussionisti ma anche strumento indipendente che può incarnare timbri diversi: accompagna le percussioni, ne deforma l’immagine fino a vivere di vita propria.

SILENCE=DEATH
Francesco Filidei

Commissionato da Lèda per Democracy di Maude Le Pledec con le musiche eseguite dal Tactus Ensemble, Silence=Death per quattro batterie viene in seguito adottato da Blow Up Paercusion che grazie ad alcuni accorgimenti dell’autore Francesco Filidei ne fa una versione da concer.

Il punto di partenza di Silenzio = Death è un dipinto realizzato da Keith Haring: un triangolo rosa che ha diverse figure che chiudono i loro occhi, le orecchie e la bocca.

Il pezzo è suddiviso in quattro sezioni: la prima utilizza solo il suono delle bacchette, costruendo un dialogo tra tutti i percussionisti, la seconda si basa su diverse esplosioni di materiali che diventano sempre più densi, la terza sovrappone diversi ritmi accumulando elementi. Alla fine di questa sezione, l’ingresso delle urla ricorda diversi tipi di sistemi politici: uno contro gli altri, fazioni contro fazioni, tutti contro (o insieme con) tutti. Dopo la cavalcata poliritmica finale il Silenzio.

BOUNCE EXTENDED
Michele Sanna

Bounce è un brano scritto originariamente nel 2012 e premiato al Concorso Jurgenson di Mosca nello stesso anno. In occasione di questa produzione è stato revisionato, ed è stata aggiunta una traccia elettronica che accompagna e dialoga con l’esecuzione dal vivo.

La possibilità di lavorare con un organico così versatile come il quartetto di percussioni solletica le fantasie più perverse di ogni compositore. Il set di strumenti utilizzati è spesso una sorta di “bazar”: la tentazione è quella di poter usufruire di tutte le possibilità timbriche che la famiglia delle percussioni può offrire.

L’esigenza di poter spostare gli strumenti agevolmente, in linea con un drastico cambiamento delle produzioni musicali originali -che trovano sempre più difficoltà ad essere supportate dalle istituzioni -mi ha fatto propendere per la scelta di una strumentazione essenziale ed “economica”. Due vibrafoni, 4 tamburi e 4 piccoli oggetti a disposizione di ogni esecutore, ognuno dei quali di diverso materiale (legno, ceramica, metallo e vetro)

Gli oggetti creano una sorta di preparazione del vibrafono, dal momento che vengono poggiati sopra i tasti dello stesso, producendo una estensione timbrica e melodica dello strumento. Il brano è un indagine sul rimbalzo: sono sempre stato affascinato dalle trasformazioni date dalla sovrapposizione di più pulsazioni regolari, dal modo in cui esse producano una sensazione ipnotica nell’ascoltatore.

SHOTS SYMPHONY
Stefano Taglietti

In un’epoca in cui la ricerca timbrica è giunta ad un livello di ricerca incredibile, con Shots Symphony ho voluto ricercare un linguaggio essenziale, quasi primitivo e privato dei numerosissimi elementi organologici della percussione contemporanea. Il colpo, come essenza della percussione contemporanea. Il colpo, come essenza della materia sonora, le cellule ritmiche, le membrane, 20 in tutto, 5 per ogni esecutore, accordate con intervalli di quinta, saranno gli elementi principali di questo pezzo che creerà una atmosfera e una espressività sempre imprevedibile. I quattro percussionisti, chiamati ad eseguire ritmi tribali e incastri complessi, interpreteranno una sorta di rituale magico e insieme espressivo, ritmico, fisico, con contrasti fra grande potenza e commossa delicatezza.

“Brotherhood’s Journey”
Paolo Marchettini

Rappresenta una sorta di meditazione sul rapporto tra fratelli. Il lavoro è diviso in quattro movimenti che raccontano altrattanti periodi del rapporto:
L’energia, i giochi sempre nuovi e imprevedibili dei bambini;
il momento della crescita, della vita che separa e ci lascia soli nel mondo;
le esperienze che formano ogni individuo, e plasmano la loro personalità attraverso una reazione quasi meccanica alle stimolazioni esterne;
e infine il ritorno, la riunificazione.


* Registrato presso l’Abbey Rocchi Studios di Roma da Tommaso Cancellieri,
Mixato e Masterizzato da EMA Vinci service per EMA Vinci records

** Registrato presso Red Light Studio di Roma da Piero Antolini,
Mixato e Masterizzato da EMA Vinci service per EMA Vinci records

 

foto di Lara Cetti


[Blow UP dei Blow Up]


 


Blow Up Percussion è un gruppo di percussioni costituitosi nel 2011 che ha base a Roma e che interpreta un repertorio moderno e contemporaneo

Il suo obiettivo e essere una voce della musica di questo periodo: dall’interpretazione delle opere dei compositori di questa generazione spesso con un contatto e uno scambio diretto, al teatro musicale, il minimalismo, l’elettronica e le nuove sonorità. L’idea è quella di ridefinire il concetto moderno di ensemble e renderlo permeabile alle influenze sonore del proprio tempo, interpretando il ruolo artistico/culturale della musica contemporanea come punto di incontro tra la musica “colta” e un’identità più Pop(ular): una realtà musicale organica, una serie di stanze comunicanti le cui componenti possano dialogare e lavorare insieme, vivere il proprio tempo storico in empatia con qualsiasi sensibilità artistica

Collaborando con compositori, ensemble, musicisti di diversa provenienza, BLOW UP tenta di rendere permeabile l’ensemble alle influenze sonore del proprio tempo, vivendo in empatia con qualsiasi sensibilità artistica. Il repertorio che propone è frutto delle diverse collaborazioni dirette con giovani compositori di rilievo F.Filidei, P.Marchettini, E.C.Cole, L.Durupt, S.Taglietti, V.Montalti, A.Ravera, E.Nathan, P.Jodlowsky, A.Bellino; dello studio di John Cage e del teatro musicale, del minimalismo di Steve Reich e del post-minimalismo di David Lang, Julia Wolfe e John Luther Adams.

Le collaborazioni di Blow Up Percussion vanno dall’ Ensemble Prometeo e la PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble) come sezione percussioni di ensemble polistrumentali, alla musica elettronica del duo londinese “Plaid”, al violoncellista Mario Brunello .

Il gruppo si è esibito al Cantiere Internazionale di Montepulciano, Festival di “Nuova Consonanza”, al Festival “Traiettorie” di Parma, nella stagione “Contemporanea” e “In my life” all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Festival “MI_TO Settembre Musica”, al Festival “Le Forme del Suono” di Latina, Composit Festival a Rieti, “Tuscania Artescena”, Half-Die Festival, Fondazione W.Walton a Ischia, “Non Luoghi Musicali” a Caserta, “NO GO Festival” a Roma, Stagione dei Concerti dell’Università di Tor Vergata Roma.